Archivio per marzo 2010

adotta un buzzico


CAMPAGNA ZONALE: “ADOTTA UN BUZZICO”

di Luisa Nardecchia, 30 marzo

Tempo fa me ne stavo nella c.a.s.a. cercando di far quadrare il cerchio, quando si presentano due giovani sorridenti che gentilmente mi consegnano un bel buzzico color marrone, mi dicono che si tratta della raccolta differenziata dell’organico, mi consegnano un calendario tipo Frate Indovino e mi fanno firmare un documento.

Quando timidamente ho chiesto ai ragazzi: “Scusate, ma ora io questo dove lo metto?” mi hanno guardata stupiti. “Come? Sul balcone!”. “Quale balcone?” dico io. “Ah lei non ha un balcone?” “No! Esattamente come un sacco di gente che abita nelle c.a.s.e.”, mi sento di precisare. “Allora lo metta sotto al lavandino!”. “Ma sotto al lavandino c’è il fantastico secchio della spazzatura miracolo della tecnologia, che quando apri lo sportello si apre anche il coperchio! Lì ci va la spazzatura normale, mica il buzzico dell’organico!”, dico io. “Lo metta a fianco al secchio”. “Ma lì c’è posto solo per un paio di detersivi, non ci entra!”. I due ragazzi iniziano a indietreggiare, azzardando, poverini, qualche altro tentativo: “… Al bagno?”. “Ma se al bagno non c’è nemmeno posto per il cesto dei panni sporchi, e devo tenerli in lavatrice!”. Improvvisamente grondanti di sudore, i due battono in ritirata, sparando le ultime cartucce: “…. Sul pianerottolo?”… “Sul pianerottolo ci sono gli stendini con i panni, vi ho detto che non c’è il balcone, no? e ci sono anche le dispense con i detersivi, mica vorrete che ce li teniamo dentro, i vapori ci avvelenano! Se ci mettiamo anche il buzzico non si passa piùùùùùùùùùùùùù!…”.

La mia voce accompagna i ragazzi alle spalle, lungo tutte le scale. Resto come una scema là in cima, finché non scompaiono all’orizzonte, come nei finali di Charlie Chaplin.

E così restiamo da soli. Io e il buzzico. Lo hanno lasciato in mezzo alla stanza soggiorno-cucina-camera da letto. La prima cosa che mi viene in mente è di agganciarlo a una corda e calarlo giù dalla finestra e tenerlo appeso lì. Mi rendo conto che non sarà un bello spettacolo per quelli che abitano sotto, ma che ci posso fare… anche io mi godo la vista dell’antenna parabolica del vicino che troneggia davanti alla mia finestra… No.. meglio evitare dai. Siamo fin troppo bravi a non prenderci a coltellate per i posti auto, dobbiamo avere pazienza. Evitiamo ok? C’è stato un terremoto no? Già, penso guardando il buzzico: c’è stato un terremoto e questi mi portano il buzzico. Mi viene in mente un flash: DOV’E’ LA TELECAMERA? Ma sì, ci sarà una telecamera nascosta! Dev’essere così! Noi della generazione di Nanni Loy lo sappiamo! hanno pensato di filmare le reazioni dei terremotati, per vedere fin dove arriva la pazienza!! Rido soddisfatta, mi aggiusto i capelli e mi guardo intorno, sentendomi improvvisamente osservata… “Dai, esci, lo so che ci sei!”.

No. Non è una candid. Mi sento tristemente sola. Guardo il calendario di Frate Indovino per vedere se ci sono indicazioni su come gestire il buzzico. Scopro che devo buttare la spazzatura in certi giorni a certe ore. Mi colpisce il fatto che si parla di orari per me impraticabili, tipo dalle 22,00. Quando sono già a letto: ultimamente sono sempre così stanca, ma così stanca… C’è stato un terremoto, mica niente.

Arriva un altro flash: io che, in pigiama, vestaglia e pantofole scendo giù col buzzico in mano. Scordatevelo. Non se ne parla. Continuo a leggere, c’è scritto qualcosa sul compostaggio. Il compostaggio? Ma veramente? La pressione mi sale e avrei voglia di farlo a qualcuno, il compostaggio. Scopro con uno sguardo disperato che se butto la spazzatura fuori orario verrò multata. E che, se non conservo bene il buzzico e non lo restituisco a fine comodato, verrò multata ugualmente. Lo metto sul tavolo, siamo già amici, mi guarda con aria soddisfatta. Lo odio. Poi mi faccio coraggio: “Forza, siamo molto fortunati ad avere la c.a.s.a,. In Irpinia stanno ancora nei container, mentre noi riusciamo a pensare alla raccolta differenziata! Forza Luisa, fai un piccolo sforzo di buona volontà!”.

Io lo sforzo lo faccio pure, ma il problema è proprio di natura fisica, è un problema materiale e concreto, cioè DOVE PIFFERO LO METTO IL BUZZICO? DOVE? DOVE? DOVE?

Passano i giorni. Il buzzico troneggia, lucido e pulito, in mezzo al stanza, sul tappeto, davanti al divano-letto. La testa non si rassegna: mi succede come a gatto Silvestro quando a destra compare un angelo e a sinistra un diavolo, avete presente? L’angioletto dice: forse questi del buzzico non sanno che le c.a.s.e. hanno tutte una camera-soggiorno-cucina! Forse questi del buzzico non sanno che moltissime non hanno neanche un balcone! ….Il diavoletto gli dà una martellata in testa e dice: “COME POSSONO NON SAPERLO? Saperlo è il loro lavoro, sono pagati per questo!”.

Dopo qualche giorno il buzzico è diventato il mio interlocutore preferito. Mi sembra enorme, gigantesco, spropositato! Un buzzico ideato per una villa con piscina, mi sembra. Faccio un tentativo: lo metto sulla cappa della cucina. Sporge un po’, poverino…. Non mi sembra un buon posto, il calore è troppo vicino… E il buzzico torna sul tappeto.

Provo a leggere di nuovo il calendario di Frate Indovino con le istruzioni. Che bella cosa, la raccolta differenziata, che grande civiltà, che grande progresso, che grande ecologia! …..MA PROPRIO DAI TERREMOTATI DOVEVA COMINCIARE TUTTO ‘STO SENSO CIVICO?

…..

Altro flash filmico.

Atmosfera dorata, tipo Mulino bianco.

Gli abitanti delle c.a.s.e  che si incontrano giù al parcheggio felici, ben vestiti, in una mano la ventiquattrore, nell’altra il sacchetto della raccolta differenziata. Vicino a loro camminano compunti due bambini con i capelli a caschetto, biondi, naturalmente. Reciproci saluti calorosi: “Buongiorno!!!!”… “Buongiorno a lei!!!“…. “Buon lavoro!!!!”….. “Altrettanto!!!”….. “I miei rispetti alla signora!!!”… Sorridono soddisfatti, esibendo il loro sacchetto dell’organico con la faccia di un boy scout dopo la buona azione quotidiana. Sotto alla scena filmica, una scritta scorrevole azzurra: “PERFINO I TERREMOTATI DELL’AQUILA FANNO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA! FALLA ANCHE TU!”….

Puff… Il flash scompare in una bolla di sapone.

E vedo noi. Noi delle c.a.s.e. NOI VERI.

Che la mattina ci salutiamo con un grugnito.

Incazzati.

Che abbiamo le facce da terremotati.

Che dormiamo ammucchiati, senza più privacy.

Che usciamo trasandati, con gli occhi abbottatti.

Anche noi col sacchetto della spazzatura in mano.

INDIFFERENZIATA, naturalmente.

Ognuno se lo carica in macchina, parte, e va a buttarla lontano, nei secchi che incontra sulla strada.

E quello che ti fa incazzare è che vorresti andare a buttarla sotto la casa di qualcuno.

QUI NON E’ ESATTAMENTE UN VILLAGGIO VALTOUR.

Fatelo voi il riciclaggio, FATELA VOI LA DIFFERENZIATA.

E mentre guido, col mio bravo sacchetto di spazzatura indifferenziata nel bagagliaio, mi domando: “Amici miei, fratelli di sventura…… voi dove avete messo il buzzico?”.

Leggende metropolitane dicono che molti lo hanno riposto, ben coperto, in qualche garage delle case rotte.

Altri lo hanno nascosto presso qualche amico fortunato che ha una casa. Qualcuno, purtroppo, lo ha dato in affidamento a parenti lontani, e ogni tanto telefona e chiede come sta.

Ma tanti, tantissimi, lo tengono in macchina, e la domenica lo usano per andare a togliere le macerie in piazza, fregandosene della multa.

mezzacucchiara

di Stefano Cencioni, 29 marzo

Sono un cittadino amante di questa città e unito al Popolo delle carriole porto la mia carriola ogni Domenica tranne Domenica 28, una carriola vecchia sgangherata, che è servita a mio padre a me per ripartire, ha un colore grigio di cemento impastato con dolore, lacrime e diverse imprecazioni; la porto da tempo al centro a Piazza Duomo, il grigio si è trasformato in marrone il colore della mia terra, non ha colori politici, mi metto un casco giallo l’ho utilizzato per entrare a casa mia crollata , nella mia città crollata, nella città che è una striscia di Gaza; dal 14 Febbraio ho tolto un adesivo, ho messo il colore nero verde e non lo toglierò mai più. Amo scavalcare le barricate come singolo come singolo entro come un lupo nella mia città. La carriola mi ha unito ad altri, anche ad altri colori altre idee. Io ho le mie quando entro. Mi piace far parte di un coordinamento perché c’è qualcuno che coordina ma alla fine capisco che è l’assemblea che decide..ancora non capisco come si faccia ,penso tra me e me, “se l’idea è buona si ha un consenso popolare la Domenica se è l’idea non piace non va nessuno. Ok ci sto può essere giusto”. In assemblea prendo la parola qualche volta e mi rendo conto di volerla condividere non di stupire o trovare il consenso in assemblea La condividi punto e basta. Non capisco ancora la carriola, io la mia vecchia la conosco, le atre non troppo e ho la sensazione che qualcuno ci abbia messo il copyright, mi dico..anche se fosse solo una sensazione meglio dirlo che porti una carriola e apriti cielo, qualcuno mi fa notare che non è d’accordo perché si rischia di disunirci…riguardo a cosa?! L’Aquila o le Carriole, le macerie o il Parco!! ; mah non capisco, le macerie, le stanno togliendo, certo, si poteva fare in una maniera diversa, forse più partecipata ci sono persone serie brave, tecnici , poi mi dico però forse ci sono problemi anche di salute pubblica i topi girano forse le vogliono togliere così celermente perché si va verso il caldo?!!, perché ci sono le elezioni forse o perché è “oh bussiniss” come dicono in altre parti?!!….bla bla …non mi so rispondere. Intanto penso a me, non ritrovo nella mia città 60000 persone all’appello gente forse vogliosa di fare qualcosa, forse paurosa, tante volte stanca, e penso che tante volte che forse la terminologia usata il “modus operandi”può essere un deterrente per aggregarsi, però confesso se entri come aquilano e ti scordi di certe cose e non sei attaccato a dei pregiudizi conviene prima conoscere e poi decidere e ripenso ad una frase di una persona, un futuro medico “dove sono gli aquilani..gli basta questo?!”, è la stessa frase che ho nella testa da tempo!!!

Come si può far rinverdire qualcosa, stimolare le coscienze, e non aver paura?. Ci vogliono idee, e parlare uno stesso linguaggio, anche su FB, altrimenti si fa come il girotondo che finiscono “e tutti giù per terra” ma noi non crolliamo per queste cose, ci siamo messi anche le maglie con su scritto “io non crollo !!!”. E allora mi domando e chiedo, contro chi sto spalando, contro di noi, contro le Istituzioni. Io le Istituzioni le cerco,le voglio, perché posso pungolarLe. Io amo il dialogo ma amo prendere le mie decisioni. E allora oggi chiedo visto che Piazza Palazzo è aperta, il Consiglio lo facciano Li mettessero un container un bagno chimico e da Lì che si riparte da Lì non dall’INFN, da sotto una tenda su delle “seggie” . Poi ci sono le leggi dura lex sed lex , è questo che mi son detto per Domenica 28, il Parco è li da una vita e ci sarà anche dopo Domenica 28. Bisogna farlo diventare un Parco per tutti per la mia città per la mia famiglia. La prossima volta vado solo con mio padre con la mia vecchia carriola e chi vuole venire venga ma rivado solo come il primo giorno, con la firma di una figlia su un cartello e se saremo in tre o in 60000 sarò sempre solo con le mie idee ma felice per L’Aquila. Chi pensa altro chi fa dietrologia chi non guarda avanti non è un sognatore. Chi pensa che le carriole siano un simbolo di ripresa ha ragione chi pensa ad altro una carriola è sempre una carriola.

7 isole ecologiche, dopo un anno…

Prot.n.11034/25/03/2010
ORDINANZA SINDACALE n. 360 del 25/03/2010 .
Oggetto: Ordinanza contingibile ed urgente ex Art. 191 D. Lgs. n. 152/2006 –
Istallazione (sic) cassoni scarrabili all’interno della zone rosse cittadine o nelle immediate contiguità per “conferimento macerie selezionate nell’ambito dei lavori di svuotamento o demolizioni dei fabbricati dai detriti derivanti dal sisma del 6 aprile 2009”.

N. Zona                                          Proprietà                  Stato superficie
1 Piazza Chiarino                       Comune                    Pavimentata
2 Piazza San Silvestro             Comune                     Pavimentata
3 Piazza Fontesecco e Via Sallustio Comune      Pavimentata
4 Via delle Bone Novelle        Comune                    Pavimentata
5 Via Sant’Agostino                  Comune                    Pavimentata
6 Viale Duca degli Abruzzi     Comune                    Pavimentata
7 Piazza della Lauretana         Comune                    Pavimentata

Convegno: L’Aquila Un anno dopo

L’Aquila, un anno dopo: morte o rinascita di una città?

Oltre l’emergenza, la città affronta una sfida incerta, ma che parla in modo nuovo del senso della politica e dell’informazione, delle relazioni sociali e dell’urbanistica.

Scandicci, 9 aprile 2010

Convegno organizzato grazie all’iniziativa di Carlo Paravano, aquilano.

L’Aquila, anno 1

SPAZI APERTI per una AGENDA AQUILANA

da http://www.3e32.com

E’ passato quasi un anno dal terremoto e L’Aquila con le sue frazioni attende ancora che la ricostruzione abbia inizio. In questo anno sono stati affrontati solo parzialmente i problemi dell’emergenza, ma nulla è stato ancora fatto per la ricostruzione vera e propria della città con il suo tessuto economico e sociale. L’azione delle Istituzioni ha sempre escluso la popolazione dalle scelte.

In questi mesi abbiamo avuto la sensazione di assistere ad un brutto film visto tante volte in Italia; storie di ricostruzioni che non finiscono mai, di nuovi quartieri e città che spuntano qui e là, un po’ per caso, un po’ per convenienza. Piani tanto avveniristici sulle carte dei progettisti, quanto desolati nella realtà di chi, poi, li vive; che frammentano o distruggono le comunità. Storie di gente che non ce la fa più e va a cercare futuro altrove. Di gente che resta, solo perché non ha altre possibilità. Storie di città che si spezzano e non riescono più a trovare il modo di ricomporsi.

Tutte queste storie hanno in comune, oltre all’insipienza e spesso al dolo dei poteri politici ed economici, anche, sempre e comunque, l’esclusione dei cittadini dalle decisioni sul loro futuro. Le storie col finale lieto o perlomeno aperto, sono, invece, quelle dove i cittadini hanno potuto e saputo prendere parte alle scelte. Gli abitanti hanno avuto parola, pensiero e immaginazione sull’abitare, gli studenti sull’educare, i lavoratori sul lavorare, i pazienti sul curare, i cittadini e le cittadine sulla città.

Perché non si può ri-costruire senza re-inventare la città: il suo significato dopo il trauma, la sua cultura e il suo posto nel mondo. Non si può ri-costruire senza prima e insieme re-immaginare la proiezione della città nel suo futuro: il suo modo di produrre, di consumare, di spostarsi, di comunicare, di divertirsi e socializzare, insomma di essere. Non si può essere all’altezza di queste responsabilità e opportunità senza avere il coraggio di re-inventare anche i modi e le forme della partecipazione.

Per questo oggi, 21 marzo, primo giorno di primavera, in Piazza Duomo, nel cuore della nostra città, in un’assemblea aperta, svolta secondo metodologie che facilitano la partecipazione, ci siamo incontrati per incrociare sguardi ed esperienze, idee, progetti e sogni. Interrogandoci sulla città, partendo dalle nostre vite, dal nostro vissuto quotidiano, da dove siamo, molti di noi sparsi ancora in alberghi o sistemazioni autonome, altri dislocati in contesti completamente nuovi, senza sapere se e quanto questa situazione è temporanea. Provando a mettere insieme progetti e sogni per la città che vorremmo.

Abbiamo condiviso e raccolto queste priorità:

1. Ricostruzione urbana e territoriale


URBANISTICA

Pretendere che la programmazione sia alla base delle scelte politiche. Ripensare le 19 aree del piano case urbanisticamente e socialmente.

Monitorare l’intervento nelle aree sociali previste nel progetto case . Intervento dei tecnici per comprendere come dotarle e se dotarle di servizi. Analisi attenta dell’impatto sul  territorio.

Azione di pressione su ordinanze e provvedimenti normativi. Opposizione al TAR sulle linee guida.

Realizzare una mappatura degli edifici su cui ancora nessuno ha posto l’attenzione, che possono essere riqualificati come alloggi condivisi per gli anziani ma anche per gli studenti e le famiglie. Un’idea potrebbe essere la tecnica dell’autorecupero dei propri immobili.

Censimento delle aree pubbliche.

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Centro storico: raccolta di dati sulla conoscenza della città.

Si richiede la riconsiderazione delle licenze edilizie rilasciate prima del sisma, finalizzata ad aggiornare in base a criteri nuovi che tengano conto della reale pericolosità della singola area, i requisiti per il rilascio delle stesse (intervenire sulla normativa regionale e comunale sull’edilizia).

Data l’urgenza si propone inizialmente di costituire movimenti spontanei di cittadini che impediscano fisicamente l’avanzamento dei lavori, iniziati sulla base di licenze rilasciate pre-sisma.

Si intende partire dall’area di Pettino, sia in considerazione della sua popolosità, sia in quanto simbolo della speculazione edilizia, che oggi continua ad ignorare la presenza di una faglia attiva al di sotto del quartiere portando avanti la realizzazione di edifici a scopo residenziale appoggiandosi a licenze rilasciate prima del sisma che dunque non tengono conto dei dati di fatto spiacevolmente emersi in quella circostanza. Presidio fisso di piazza duomo.

Riempire gli spazi vuoti tra il centro storico e la periferia, quindi chiedere che ci sia uno sviluppo spontaneo di una nuova territorializzazione. Costruire spazi vivibili e piano piano tornare e riavvicinarsi al centro storico.

RICOSTRUZIONE SOSTENIBILE E RISPARMIO ENERGETICO

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Proposta di una legge regionale  che renda obbligatorio fare i tetti degli edifici pubblici con pannelli solari fotovoltaici), finanziamenti europei/fondo energia verde.

Organizzazione di un convegno che illustri modalità, costi, tecnologie e convenienza di interventi di ricostruzione realmente ecosostenibile. (dibattito cittadino confrontandoci con provati e associazioni (bioedilizia) creando uno sportello informativo sulle nuove tecnologie di eco sostenibilità. Successiva pressione sulle istituzioni.

Procedere ad una analisi delle potenzialità dell’aquila per impianti a biomasse conivolgendo tecnici e università.

Illustrazione e modifiche e integrazioni della normativa regionale e finanziamenti nazionali che incentivino la ricostruzione sostenibile.

L’aquila città cablata: Cablaggio a Fibra ottica di tutta l’aquila –in collegamento con università scienze e informatica- approfittando dei lavori che già sono in corso per il posizionamento dei cavi.

MOBILITA’ E TRASPORTI

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Riorganizzare la mobilità, i trasporti pubblici, secondo la nuova distribuzione territoriale

Potenziamento dei trasporti pubblici con servizi navetta che “raccordino” le aree piano c.a.s.e. e le alter aree di espansione ai “poli urbani”. Dovrà offrire servizi e socialità ….

Questo potenziamento permetterebbe di ottenere due effetti positivi:

a) riduzione dell’uso del mezzo privato con miglioramenti sia del traffico che del reddito delle famiglie

b) raccordare alla vita sociale i luoghi di confino generati dal piano c.a.s.e. Questo consentirebbe di non utilizzare il 30% di territorio destinato a servizi. Infatti I soldi da spendere per il centro aggregativo che serva pochi condomini possono essere usati per centri di socialità a favore di tutta la città.

Eliminare l’eccessivo traffico su via della Croce Rossa

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Centi colella: posizionare la nuova stazione ferroviaria davanti  a Centi Colella (300 metri dal centro commerciale ognuno decide se fare sport o shopping), estendere il parco fluviale, pista ciclabile.

2. Ricostruzione sociale

“INIZIATIVE”

Progettualità a lungo termine che tenga anche in conto della vivibilità attuale, soprattutto per studenti, pendolari.

Incontro tra gli ideatori dei due progetti (Officina-Incanto), censimento dei fondi, discussione aperte con le istituzioni.

GAS: riunione di formazione gruppo GAS venerdì 26 Marzo ore 19:00. Tensostruttura (chiesa provvisoria) di Cese di Preturo.

TORNEI SPORTIVI TRA C.A.S.E.

Collemaggio, parco unicef, piazza d’armi. Giornate sportive con squadre di calcio e pallavolo.

MERCATINO ANTIQUARIATO E BIOLOGICO: ritrovare le persone che lo costituivano e fornirgli supporto. Ritrovare cooperativa GOMMALACCA.

Creare attività di interesse per gli anziani: tornei di carte; università della terza età; casa di cucito; gare di torte; gare di cucine; gruppo di incontro giovani-anziani racconti di anziani con registrazione video per poi riproporlo. Navette per il trasporto verso il centro da costa o C.A.S.E.

Riportare gli anziani a L’Aquila e sistemarli nelle caserme vuote e da lì ripartire per cercare dei modi per farli vivere bene. Manifestare che noi aquilani rivogliamo i nostri anziani.

Verificare la disponibilità dei posti letto qui a L’Aquila che potranno accogliere gli anziani. Organizzare autobus per portare gli anziani a L’Aquila e fare una festa in piazza Duomo dando proprio a loro la possibilità di esprimere le loro idee e le loro esigenze. Non bisogna intendere questo evento fine a se stesso ma come propositivo di un percorso che inizia.

Si propone di costituire un punto di aggregazione con le caratteristiche di economicità e provvisorietà ad es. tenda, presso ciascuna delle aree del progetto C.A.S.E.; in vista dell’inverno queste dovranno essere sostituite, magari riducendone il numero (uno per ogni 2-3 insediamenti) con strutture stabili che possano accogliere la gente in ogni condizione climatica.

Piazza d’Armi: un “bosco del ricordo” (308 alberi che ricordano i morti)

Azione diretta per riprendere, come cittadini, Piazza d’Armi (azione da decidere, piantare un albero).

Creazione di una BANCA DEL TEMPO, dove ognuno possa partecipare alla ricostruzione secondo le proprie competenze e possibilità. Banca del tempo come strumento che sia in grado di dare corpo e struttura al desiderio di partecipazione dei cittadini.

“L’aquila città dell’accoglienza”. Investire nell’”inclusività” della città. L’Aquila città piena di gente proveniente da altri posti: lavorare in “apertura”, L’aquila città dell’accoglienza. Fare un festival della multiculturalità (operai stranieri  nei cantieri. Lavoro edile). Organizzazione di eventi culturali e ricreativi incentrati sulle nazionalità degli stranieri residenti

“SPAZI”

Spazi per i giovani: per suonare, arte, cultura, biblioteche (possibile anche a Collemaggio);

Individuare aree di ritrovo per i cittadini, emergono una proposta volta ad utilizzare l’edificio ex-ONPI per biblioteca pubblica, un’altra l’utilizzo del capannone abbandonato SERCOM in località Pagliare di Sassa.

Realizzazione  di 2 medialab con o senza autorizzazione (raccolta fondi e sinergia con soggetti in grado di fornire le competenze necessaire e di riempire di contenuti gli spazi) entro aprile.

Creazione di punti di aggregazione e di informazione nelle aree del progetto CASE, con piccole strutture, magari in presenza di altri servizi pubblici, come ad esempio la fermata dell’autobus, dove collocare Gazebo con collegamenti internet e schermi a ciclo continuo con informative per la popolazione.

Attivare velocemente la “Casa dei cittadini” (che includa tutti gli edifici dell’ex ospedale psichiatrico), i laboratori artigianali, le sale multimediali, le mense cittadine (con gestione A.D.S.U.) (Referente la ASL, la Regione e la Provincia)

Rifare della piazza un nucleo di attività cittadine, luogo fisico di incontro con i referenti istituzionali per garantire la trasparenza ed un luogo permanente di comunicazione (Partecipazione).

Pressione per luoghi di socialità e aggregazione in periferia e piani CASE e centrali.

3. Ricostruzione economica (e sociale)

Sottolineato il nesso tra socialità ed economia, molte proposte sociali hanno anche valore economico.

Proponiamo di valorizzare lo smaltimento delle macerie come processo partecipativo di riappropriazione della propria identità territoriale, di inclusione nel processo di ricostruzione, di occupazione per giovani e disoccupati, di creazione di nuove competenze professionali urbanistiche e di restauro, magari esportabili in altre realtà.

Cooperativa sociale per rispondere ad esigenze varie: trasporti e socialità anziani e disabili, servizi ai malati di mente a Collemaggio; animazione culturale del centro – valorizzazione di quelle esistenti.

Riqualificazione Collemaggio, pressione politica e elaborazione progetti, ricerca finanziamenti, casa dei cittadini.

4. Partecipazione e trasparenza

Per rivalorizzare gli spazi urbani ci vorrebbe una maggiore trasparenza attiva ma allo stesso tempo una chiarezza da parte delle amministrazioni su quello che stanno facendo. I dati, l’anagrafica delle persone che sono ancora fuori città devono essere accessibili e disponibili per riuscire a contattare gli anziani per poterli riportare in città.

Redazione CODICE ETICO RACCOLTA MACERIE.

Approvazione e applicazione di un Regolamento di partecipazione e trasparenza.

Costituzione di un coordinamento/assemblea permanente che si riunisca costantemente con la funzione di controllare, fare pressione sulle istituzioni e informare la cittadinanza.

Ottenere che il comune predisponga dei canali di informazione sul lavoro svolto: trasparenza, anche attraverso la pubblicizzazione (tv, radio) delle sedute comunali.

Formazione di presidi permanenti di gruppi di cittadini che a rotazione controllano e monitorano le attività delle istituzioni contribuendo alla responsabilizzazione dei cittadini (il referente è il Comune).

Presidio permanente in Piazza Duomo come luogo d’incontro, di aggregazione, di condivisione delle idee, un centro propulsore di reti solidali allargate a tutta la popolazione, non solo i cittadini residenti in senso stretto, ma anche studenti, immigrati e lavoratori impiegati sul territorio. Organizzando incontri periodici, settimanali di informazione e coordinamento. Che il presidio permanente sia anche sede di un OSSERVATORIO PERMANENTE SULLA TRASPARENZA , che possa monitorare tutte le azioni della ricostruzione e le intraprese avviate e da avviare in città e sul territorio circostante.

Strumento d’informazione per i cittadini aquilani e per tutti i cittadini, di inclusione, di coordinamento tra le iniziative, dovrà essere un sito internet dedicato, che serva il PRESIDIO. Proponiamo di realizzare un’area wireless che copra tutta la piazza e consenta la connessione gratuita per tutti. Proponiamo che il presidio possa funzionare anche da centro culturale con proiezioni di film e concerti, oltre ad attività per bambini ed anziani.

Chiedere che la cittadinanza possa esprimersi sul progetto di Piazza d’armi (es. piantare alberi), come vero riconoscimento di un partecipazione cittadina.
Azioni di protesta e riconquista dei luoghi. 99 PIAZZE, 99 DOMENICHE.

Recuperare l’elaborazione fatta dai comitati fino ad ora.

Creare consapevolezza, Informazione (ex: fare un incontro cittadino, proposte numeri alla mano e poi chiamare le istituzioni. Altri incontri e assemblee partecipate. Costruire consultazioni permanenti per monitorare le cose che proponiamo.

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….giovani aquilani crescono

L’Aquila, 21 marzo: i bambini aquilani partecipano alla riapertura della città

prove tecniche di democrazia partecipata

L’Aquila, 21 marzo – Iniziativa Sost

I cittadini partecipano ai tavoli dove si discute di ricostruzione possibile, di futuro sostenibile per la città e delle aspirazioni dei suoi abitanti, lavoro, case, recupero dei monumenti e degli spazi della vita.


…..arrivano anche visitatori graditi e attenti

Camarda, paese martire

non si uccide così un paese e un territorio?

quello che non fece il terremoto, fecero le c.a.s.e.

21 marzo (foto ADB)

Cervellati all’Aquila

Pierluigi Cervellati. Visita tra le rovine del centro storico dell’Aquila

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solidarietà per Paganica-Camarda

Risoluzioni dell’assemblea cittadina autoconvocata dei residenti di Paganica e Camarda al fine di analizzare le problematiche e le eventuali proposte alternative alla luce degli ultimi atti amministrativi riguardanti il problema dello smaltimento delle macerie del “cratere dell’aquilano”.

“Premesso che  – si legge in un comunicato inoltrato dai comitati “buche TEGES” e “no discarica Cesarano” e dall’associazione Gruppo Ecovalle –  dalla destituzione del comune di Paganica nel 1927 il nostro territorio ha subito uno smembramento della propria storia, attraverso una sottrazione sistematica del paesaggio e dei luoghi simbolo della comunità e che le scelte degli ultimi anni hanno sistematicamente condotto l’agricoltura e l’allevamento locale verso l’agonia compromettendo il tessuto storico-paesaggistico-culturale:

Esproprio, durante gli anni 70, di 200 ettari circa di terra agricola e irrigua, per la realizzazione del nucleo industriale di Paganica-Bazzano con la presenza di industrie chimiche altamente inquinanti e siti industriali non ancora bonificati (come la ex Ravit);

Mancato ripristino ambientale previsto da legge delle cave Teges 1, 2 e 3, ancora ferite aperte sul territorio;

Mancata acquisizione per uso pubblico di Palazzo Dragonetti, dunque svendita dell’edificio storico e del suo parco a privati;

Realizzazione durante gli anni 70 sul nostro territorio di diverse discariche di rifiuti solidi urbani

Esproprio di 6 ettari di terra agricola, negli anni novanta, per la realizzazione del Centro polifunzionale, rimasto ad anni di distanza un’opera incompiuta;

2009: Esproprio di 34 ettari di fertile terra agricola e irrigua, per la realizzazione di 29 piastre per il progetto C.A.S.E.

E nonostante negli anni le varie amministrazioni locali abbiano usato il territorio dell’ex comune di Paganica come “cortile di casa”, le genti di Paganica e del circondario, non vogliono tirarsi indietro rispetto alle problematiche legate allo smaltimento e recupero delle macerie, a patto che vengano rispettati dei punti sui quali la popolazione non è disposta a trattare:

– Esproprio dei siti dell’ex Teges 2 e 3 in località Pontignone, ed esclusione di qualsiasi ampliamento del sito;

– Temporaneità nell’utilizzo dei siti dell’ex Teges 2 e 3, limitata ai tempi di riempimento stesso della cava con gli inerti e successiva rinaturalizzazione e ripristino paesaggistico dei siti finalizzato alla fruizione turistica-ricreativa e sociale come verde pubblico;

Nessun nuovo esproprio di terra agricola al fine di ampliare a due corsie la strada di servizio ai siti di smaltimento, quindi ovviare ai problemi di traffico dei mezzi pesanti attraverso piazzole di sosta;

– Coinvolgimento di tutti i comuni del cratere per la soluzione complessiva del problema macerie utilizzando tutte le cave disponibili da ripristinare e riqualificare;

Esclusione definitiva del sito di Cesarano da qualsiasi impianto di smistamento e deposito, in quanto penalizzante per gli abitanti di Paganica e Camarda dato che per il sito è già stata deliberata la sua inclusione nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga;

– Tutela del fiume Vera dove ancora oggi vengono sversati i liquami della rete fognaria paganichese e la salvaguardia di tutte le canalizzazioni a scopi irrigui; – Istituzione di una commissione di garanzia rappresentativa delle comunità locali coinvolte, per seguire il corretto ed effettivo ripristino ambientale.”

Domani, 20 Marzo,  alle ore 10 i cittadini di Paganca organizzeranno un presidio presso l’ex cava Teges di Pontignone, dove inizierà una raccolta firme, per dare peso alle condizioni poste dalla popolazione paganichese.
Gli organizzatori invitano le amministrazioni locali a far proprie le proposte espresse.


foto Yar Man, nov 2012

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