“Ero bambina; l’insegnante ci disse di raccogliere le foglie autunnali. con il mio papà raccogliemmo le foglie cadute per via delle Bone Novelle. Risalimmo per la piazza; c’era odore di nebbia e fumo, il profumo pungente degli agrumi, il venditore di castagne. Arrivai davanti alla “De Amicis”, la mia scuola. La scritta all’ingresso: “piccolo soldato dell’immenso esercito, i tuoi libri sono le tue armi”. Le foglie umide strette nella manina, mi portai a scuola i colori e gli odori dell’autunno aquilano.
L’autunno prima del terremoto a mio figlio, ultimo anno di materna, chiesero di raccogliere le foglie. Percorremmo quella stessa strada e fu di nuovo, dopo tanti anni la stessa magia. Ora aspetto che le insegnanti ripropongano quella richiesta. Raccoglierò le f.o.g.l.i.e. sotto c.a.s.a. ; foglie di a.l.b.e.r.i. piantati ad hoc, che non hanno odore e colore, sembrano di plastica, come la frutta di leclerc, troppo verdi, troppo dritti, alberi di città, senza vita e senza storia. Un po’ come noi.”
di Federica Meogrossi su Facebook
Io le ho raccolte in Viale Duca degli Abruzzi, le facevo stare sotto i libri, poi piatte e rigide le incollavo sul quaderno. Colori , dal rosso al giallo 1000 tonalità.